La plastificatrice viene utilizzata in molti contesti (sia professionali che casalinghi) per rendere più accattivanti le foto, i documenti ed altro materiale cartaceo. Gli usi sono molti così come anche i modelli disponibili nel mercato. Cerchiamo quindi di capire quando è il caso di utilizzarla, come e soprattutto che modello scegliere.
Abbiamo già parlato ampiamente delle differenze tra plastificare a caldo e a freddo, possiamo riassumere dicendo che:
Uno dei possibili usi è sicuramente quello di contrastare le contraffazioni. Tenete presente che è praticamente impossibile alterare il testo di un foglio inserito all’intero di un involucro di plastica.
Una foto, un documento importante, un certificato sono tutti oggetti che – specialmente se vengono maneggiati da più persone – tendono a rovinarsi e a sporcarsi. Se utilizziamo una plastificatrice, rendiamo più duraturo tutto ciò che deve resistere al tempo. Ad esempio, listini e menu dei ristoranti: quante persone li visionano ogni giorno? Non solo: vengono utilizzati in un contesto dove sporcarli è un qualcosa di normalissimo. La soluzione già la sapete 🙂 Lo stesso discorso vale per il materiale di promozione (brochure, cataloghi, eccetera) oltre che a poster e cartelli.
Oltre alla protezione, c’è anche un discorso di miglioramento dell’aspetto. Una foto plastificata, ad esempio, avrà i colori più vivi ed i contrasti aumentati. Provate voi stessi. Inoltre avrete risolto per sempre il problema di pieghe e grinze.
Ultimo aspetto ma non per questo meno importante. Cosa potreste pensare se qualcuno vi consegna un badge così, su carta grezza? Ci sono alcuni casi in cui plastificare è obbligatorio per mostrare professionalità.
Oltre a dover decidere tra a caldo e a freddo, bisogna tenere presente i formati di carta compatibili (A4 e/o A3), la velocità e lo spessore dei pouches (i fogli di plastica).